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15.5.13

Ricominciare a correre.


Iniziare a correre, smettere di correre e ritrovare la motivazione per farlo.
Perché?
Questa è la storia di Emanuele, che dopo un periodo avverso della sua vita ha ripreso a correre, ha ripreso a vivere.









Emanuele, quando hai iniziato a correre?
In verità sono “nato” come ciclista, ma, mi sono avvicinato al mondo del running nel 2010.
La scelta del podismo è nata quasi per “obbligo” poiché il tempo per allenarmi in  bici era divenuto poco a causa del mio lavoro che mi lasciava sempre meno spazio per la mia passione.
Per fare un buon allenamento in bici, il ciclista puo’ stare in “ballo” piu’ di due ore, mentre per il running il tempo è nettamente inferiore.
Mi appassiono alla corsa in brevissimo tempo e sempre in breve, decido di cimentarmi in una mezza maratona.
La voglia di macinare chilometri, mi ha “narcotizzato” a tal punto, da voler provare a percorrere la maratona.
E Venezia fu la scelta per la prima 42 k , dopo solo 5 mesi di podismo.
Non mi arrendo, non mi fermo e dall’entusiasmo di Venezia, dopo solo 3 settimane corro Torino a 5 al chilometro, concludendola in 15 minuti in meno di Venezia.

8.5.13

Il doping.


Il doping e il suo “mondo bastardo”
Cosa spinge un’atleta ad assumere doping?
Quali sono i pensieri che si insidiano nella mente di queste persone?
Un’intervista fatta ad un’atleta, che NON FA USO DI DOPING.
Ma che vuol dar “voce” a questo gravissimo fenomeno.

Perché secondo te si arriva a doparsi?
“Arrivare”, è il verbo piu’ azzeccato.
Al doping ci si arriva per gradi, nulla è fatto di getto.
E’ un lasciar sovrastare il “diavoletto” , che mette a zittire la nostra coscienza.
Chi arriva a fare uso di queste sostanze, lo fa principalmente per due motivazioni.
La prima è per “saziare il proprio ego”, bramare nella possibilità di sentirsi al “centro del mondo”.
La seconda è LA PAURA. Paura di non farcela, paura di deludere le aspettative di chi ci è accanto, paura di deludere noi stessi, paura di fallire il lavoro costruito in vari mesi, per arrivare a quella competizione al massimo della forma.
“ARRIVARE” perché, non accettiamo i nostri limiti, cerchiamo sempre di spingerci oltre, oltre quei “talenti” che madre natura ci ha concesso, desiderandone altri.

1.5.13

Il Vegan.

Cosa spinge una persona a diventare Vegan,
cosa significa essere Vegan e approcciare questo stile di vita?
Vegan uguale a privazione?
Di questo tema ci parlerà Alessandra, la proprietaria di un centro benessere sito in Samarate.

 

 
 
 
 
Alessandra, perché Vegan?
Vegan perché il cambiamento dovrebbe partire da noi stessi.
Vegan perché se si collaborasse gli uni con gli altri , il mondo potrebbe diventar migliore.
Vegan perché si dovrebbe incominciare con il rispettare oltre agli “umani” anche gli “animali e i vegetali” che io considero “ESSERI VIVENTI “ quanto me.
Vegan perché corpo sano e mente sana.

Alessandra, ci sei arrivata per gradi o la tua è stata una scelta netta, che ti ha portato a eliminare i prodotti di origine animale dalla tua tavola?
Ho iniziato con il diventare Vegetariana all’età di 18 anni, questo mio “approccio” è nato “dall’informazione”.
Spesso mi capitava di fermarmi ai banchetti animalisti, ascoltando e guardando immagini di animali maltrattati.
Da qui è innato in me un “senso di protezione”, avevo il desiderio “di proteggere” quei poveri animali “maltrattati”
Il Vegan è nato “spingendomi” sempre più nel “sapere” le sorti di questi poveri animali.
Ho scoperto che la mucca per darci il suo latte, viene tenuta in vita anni, ed in questi anni viene torturata, ho visto immagini di mucche con pus alle mammelle, mucche inseminate manualmente, mucche strappate ai propri piccoli.
Galline tenute in strettissime gabbie, in condizioni igieniche che farebbero rabbrividire chiunque.
E poi pensi, forse è meglio il destino di un animale da ”macello”, l’agonia dura molto meno.
E da qui il mio totale assenteismo su tutto cio’ che e’ derivato da animale.

24.4.13

L’Omosessualità’.

Quante domande su  questo tema, quanti perché e  quanti pregiudizi.
Si nasce omosessuali?
Si diventa omosessuali?
L’essere omosessuale è una  perversione?
A queste domande risponderà un ragazzo che ha deciso di rimanere anonimo.
Ma il suo rimanere anonimo, non significa aver paura di mostrarsi.





Quando hai scoperto della tua omosessualità?
Cos’hai provato?
Non ho mai scoperto la mia omosessualità, o meglio, non l’ho scoperta da un giorno all’altro, come tanti dichiarano, già dall’adolescenza, mi sono reso conto di essere più attratto dagli uomini che dalle donne.
Le donne mi affascinavano, ma per la loro estrema femminilità, ma non avevo nessun tipo di impulso sessuale verso loro.
Infatti questa mia “curiosità’” per il corpo maschile, mi ha spinto a “provare” poco dopo la fine dell’adolescenza.

16.4.13

Genitori e figli a confronto.

Genitori e figli a confronto.
Quanto è difficile crescere un figlio oggi, quant’è difficoltoso stabilire un rapporto tra figli adolescenti e genitori.
Adolescenza… un percorso molto faticoso della vita di un giovane,un periodo fatto di mutazioni fisiche e mentali.
Un periodo dove, si crede di essere ormai “grandi”, dove si crede di aver imparato già tutto dalla vita, dove credi che, il “genitore” sia quasi superfluo.Oggi a raccontarci la sua storia è un papà di una ragazza adolescente.
Ha deciso di rimanere anonimo, ma ugualmente vuole “raccontarsi” per star vicino a chi come lui, ha a che fare con “figli problematici”.




Cosa vuol dire vivere la vita di un figlio adolescente?
Oggi giorno è davvero complicato fare il genitore. Lo era anche un tempo,(poiché’ non ci si “insegna” padri o madri), ma diciamo che ad oggi , tutto viene complicato dal progresso.
Il progresso che, fa sentire noi “vecchi ignoranti” ed i nostri figli “grandi cervelloni onnipotenti”.
Con un esempio spiego il mio perché: Le istruzioni di qualsiasi apparecchio elettronico.
Un tempo, ricordo, che leggevo il manuale di istruzione prima di accingermi a azionarlo, ora invece: <<Papa’,sei sfigato,cosa fai?,leggi le istruzioni?, cia’, dammi qua!!!>>
Ed in men che non si dica, mi ritrovo con l’apparecchio funzionante e lei, mia  figlia che mi guarda come se tu fossi la persona piu’ incapace del mondo!!!


Quali problemi “gravi” hai riscontrato nel vostro rapporto?
Il primo problema, che poi è alla base di tutto è la scarsa comunicazione e la mancanza di “rispetto”.
Il dialogo è pari a zero e quando c’è è uno strillare, ammusarsi, ingiuriare e  sbattere porte.
Il tutto ha iniziato a variare, nel periodo post cresima, per poi arrivare a peggiorare con il cambio di scuola, al passaggio tra le medie e le superiori.
Proprio all’inizio dell’adolescenza.

10.4.13

Francesca e il suo correre.


La soluzione c’è sempre, una via d’uscita la si puo’ sempre trovare.
La trovi anche quando tutto attorno è buio , la trovi anche quando , alla fine del “tunnel” non vedi
la luce….
L’amore, quanto fa male L’amore.
Ho deciso di raccontarvi la mia storia.
Il mal d’amore, quel male che, prima o poi colpisce tutti.
Ma come si reagisce?
Io ho reagito cosi’.


 
Perché hai iniziato a correre? Da quanto pratichi questo sport?
Parto subito col dire che la corsa non è uno sport, ma uno stile di vita, detto questo posso raccontare il perché.
Io ho iniziato a correre esattamente 11 aprile 2012, il giorno in cui, visibilmente provata, mi sono avvicinata alla pista di Atletica di Casorate, per gareggiare sulla distanza dei 3000m.
Ero molto stanca, stravolta è la parola giusta.
9 aprile, 2 giorni prima, la mia relazione che durava da ben 9 anni, si è vista apparire la parola “FINE”.
Ricordo benissimo quel giorno, nella mia mente è ancora molto nitido.
Una coltellata, in pieno petto,il sangue dalla ferita lacerata scorreva a fiumi, ma sul mio viso nemmeno l’ombra di una lacrima.
Pietra, ero una statua, fredda, glaciale.
Dentro morivo, anzi ero gia’ morta.
Una sua foto postata su facebook, un “mi piace” cliccato .

3.4.13

I genitori sono i pilastri indistruttibili della nostra vita.


Sono coloro che, ci accompagnano mano per mano, ci sollevano dalle cadute e ci insegnano a trarre “vantaggi” da essa.
Ma quando uno dei due pilastri viene a mancare e lentamente si consuma dinanzi a occhi attoniti di chi li ama profondamente?
Questa è la storia di Consuelo, una giovane donna al quale un cancro ha strappato via la sua mamma.
Ed è qui per raccontare il suo vissuto, perché purtroppo questo dolore è “comune” a tanti.




Quel giorno in cui si scopre la causa ai malesseri, quel giorno in cui mai vorresti sentir pronunciare quella maledetta frase “ha un tumore” , vuoi raccontarla ?
Ricordo perfettamente quel giorno, lo ricordo proprio come se fosse ieri.
Era il 27 dicembre 2005, avevo 24 anni ed  ero incinta di 4 mesi.
Mi trovavo a Napoli, (ero scesa dalla famiglia del mio compagno) per festeggiare il capodanno.
Squilla il telefono e dall’altra parte mia sorella;:“Consu, Consu, sono all’ospedale con mamma, non preoccuparti, le hanno trovato dei calcoli, ma tutto bene, tranquilla.
Sfortunatamente, la voce di Tonia (mia sorella), smentiva la bugia che mi aveva appena detto, ma a parte questo, gia’ sentivo  che c’era qualcosa di ben piu’ grave.
Per proteggermi (ero incinta da 4 mesi) hanno cercato, “malamente” di tenermelo nascosto, ma il giorno in cui portarono ad analizzare la matassa, (per esser certi della diagnosi) io ero li, ero li accanto alla mamma e quella maledetta frase, rimbomba ancora nella mia mente.
“Abbiamo i risultati, purtroppo vostra madre, ha un tumore al pancreas”
Una doccia gelida, il sangue si è congelato nelle mie vene. Ho sentito il mio corpo precipitare in un abisso.
Era L’8 gennaio 2006.