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20.3.13

New York il nostro sogno,Sandy il nostro incubo.



Francesco e Fabio, due amici, una passione comune, un sogno da condividere.
“The ING New York Marathon”
LA MARATONA DI NEW YORK.
Le emozioni, le delusioni e la "voglia" di correre in un sogno.


                                                             
Prima di chiedervi della maratona ,vorrei sapere cari Francesco e Fabio, da dove nasce l’amore per il podismo?
Francesco dice:   Sono passati gia’ 30anni.
Ricordo le uscite di corsa, ricordo gli allenamenti, ma ricordo bene che il mio amore non era affatto  per il podismo, ma bensì per il calcio.
“Corricchiavo” per prepararmi alle partite e non certamente per le gare podistiche.
Poi un bel giorno un mio caro amico,mi ha convinto ad iscrivermi ad una società podistica.
Da li ho iniziato a fare delle I.V.V.(corse a partenza libera) e poi successivamente le gare del Piede D’oro (circuito di gare della provincia di Varese).
E quando arrivai a percorrere le distanze della mezza maratona (21.097m), l’amore per la corsa era gia bello che conclamato.
Ho macinato tanti di quei km da aver perso il conto,ma la passione per le maratone è nata “invecchiando da runner”,facendo esperienza di gare, allenamenti e infortuni.

Fabio dice:  Ero un adolescente sui 17 anni, con una corporatura non certo esile come quella dei runner, ma piuttosto corpulenta.
Praticavo lo sport del basket,ma con scarsissimi risultati(anche se con tanta passione).
Mi misi in testa di perdere del peso,per “migliorare le prestazioni nel basket”
quale metodo migliore per farlo? … CORRE.
La scontatissima corsa, il metodo che tutti i “grassocci” adoperano per dimagrire.
Purtroppo nemmeno in questo nuovo sport noto di eccellere,ma ricordo che la mia andatura da “tartaruga” un giorno permise ad un vero runner,di avvicinarsi a me e “aiutarmi” .
Mi ha allenato,spronato e fatto gareggiare ,quel runner, diventato grande amico.
Ha gioito con me delle mie “vittorie podistiche” e ha saputo “consolarmi nelle sconfitte”.

Ora finalmente posso chiedervelo, perché proprio New York?
Francesco dice:  New york perché è la “classica”, uno pensa a maratona e la prima che balza in mente è appunto lei, “New York”.
Concedimi di dire una cosa, credo che New York , sia una maratona, ma non “la maratona”, nel senso che cen’è di molte piu’ belle,ma appunto perché è la “classica”  il pensiero di “sdoganare” mi attirava ancora di piu’.
Quando l’immaginavo mi vedevo gia’ li, io, i miei battiti, le mie emozioni e 47 mila “runner” a farmi compagnia.  Ritrovarmi sul ponte di Verrazzano, procedendo nella direzione che mi avrebbe accompagnato a Central Park ,avrebbe emozionato chiunque. 

Fabio dice:  Sin da ragazzino avevo la passione degli U.S.A., di quella cultura cosi’ diversa dalla nostra.
Avevo voglia di addentare la grande mela e dissetarmi di tutto cio’ che per anni mi è parso cosi’ “impossibile”
Diciamo che grazie alla corsa, ho colto la “palla al balzo” .
Unendo la sete di cultura ,la fame di correre la maratona, l’indipendenza economica, la voglia di condividere questa esperienza con qualcuno, con “Cecco” (Francesco) Il pranzo era servito.
Io e Fra alla “conquista” di New York.


Fatta l’iscrizione alla maratona,(credo mesi prima della gara) , come raffiguravate il pensiero New York?
Francesco dice: I giorni successivi all’iscrizione, le settimane e i mesi , il pensiero fisso è stato solo uno “CEL’HO FATTA, CORRERO’ A NEW YORK”  dopo anni, il mio “sogno sta prendendo corpo”
Ma poi come ogni storia, puo’ accadere l’intoppo che rende meno “rosea” l’immagine.
Impetuosa Sandy è entrata anche nella mia vita.
Sandy l’uragano che, i giorni precedenti alla maratona, aveva messo letteralmente in ginocchio New York.
Ma la maratona era “salva” dicevano che “La New York” si sarebbe corsa.

Prima di lasciare la “parola” a Fabio vorrei dire che in quell’uragano persero la vita parecchie persone, ma noi vogliamo raccontare “l’esperienza maratona”, non “la tragedia New York”,e non vogliamo farlo perché rispettiamo il dolore dei familiari delle vittime che sono cadute dinanzi alla “cattiveria” di Sandy.

Fabio dice:  Il periodo successivo all’iscrizione è stato ricco di emozioni. Il pensiero quasi “ossessionante” del “il traguardo in Cental Park”.
Oserei dire un’ atmosfera leopardiana da “Sabato del villaggio”. 
Ma all’imminente partenza…
Sandy mi ha sconvolto, Sandy mi ha spiazzato…
Guardare le pesanti conseguenze che aveva lasciato sul territorio e  sulla popolazione Newyorkese mi hanno fatto divenire sostenitore dell’annullamento della maratona, nonostante “i sacrifici” fatti per “la mia New York”
Ma era onesto lasciare che i soccorsi fossero concentrati esclusivamente su quella terribile tragedia.
Il pensiero è letteralmente mutato da “New York è la mia festa” a “New York servira’ a regalare un sorriso dopo la tragedia”

Che aspettative avevate? (prima di sapere dell’annullamento)
Francesco dice: I mesi prima sono stato protagonista di vari infortuni, di cui una terribile fascite plantare che mi ha accompagnato persino a New York, quella maledetta fascite che ancora oggi ogni tanto si fa’ sentire.
Ma fa’ parte del gioco “rompersi”.
Comunque nonostante la condizione fisica non eccellente, sognavo di vedere al tabellone almeno un 3h e 10 .
Mi “vedevo, stremato, dolorante, ma il 3.10 a Central Park ad attendermi”

Fabio dice: Avevo solo voglia di emozionarmi nel tagliare il traguardo e per una volta farlo senza alcun interesse o ambizione di tempo.

Il mettere piede a New York, nonostante l’accaduto ,che emozioni vi ha evocato?
Francesco dice: Probabilmente a parole perde il suo effetto, ma New York la sera, è indescrivibile,un tuffo al cuore, quelle luci, quei grattacieli.
Girare la testa in continuazione per non perdere nemmeno  “la vista di un angolo”.
Immerso totalmente in quel mondo cosi’ diverso, cosi’ lontano dal mio.
L’aggettivo corretto è caotico.
Ma la grande mela con il suo “fracasso” ha regalato ai miei sensi enormi emozioni.
Ma anche una “paura”, quella di perdermi, perdermi letteralmente la strada dell’albergo.

Fabio dice: La partenza fissata per le 10 .
Quella mattina passo a prendere il Cecco, andiamo in aeroporto e sbrighiamo tutte le pratiche del pre partenza.
Dopo 9 ore d’aereo eccoci , eccoci finalmente a New York.
New York, è una vera citta’ americana, ma che nel suo interno racchiude pregi, difetti di una società multiculturale:  la definirei  una citta “americana in salsa internazionale”.
La prima cosa che balza all’occhio sono le dimensioni, gia,’ le dimensioni, ogni cosa è gigante: “Big Apple”
Strade a sei corsie, auto di dimensioni e cilindrate enormi, grattacieli di piu di 100 piani un esempio:  l’Empire State Building.
Ma il fascino piu’ “sconvolgente”è vedere come diverse popolazioni , diverse per cultura, religione, usi e costumi, riescano a “convivere”, “mantenendo le loro origini”
Ogni angolo ha una storia da raccontare. Ogni angolo sembra parlare.


L’annuncio “La maratona di New York è stata annullata”, so’ che è una domanda scontata, ma cosa, qual è stato il primo pensiero?
Francesco dice: Rabbia,tanta rabbia, mi sono sentito preso in giro, vane rassicurazioni alla partenza per poi?
Per poi lasciarci con un “pugno di mosche in mano”
Pensiero egoista, era appena accaduta la tragedia, ma appunto per l’accaduto “NON FATECI PARTIRE”
Ripensandoci mi innervosisco nuovamente.
Il mio 3.10 sfumato per il business e non voglio entrare in “tema politico”.

Fabio dice:   ‘The ING New York Marathon is Canceled’.
In quella frase mi è crollato letteralmente il terreno sotto I piedi.
Ricordo nitidamente che eravamo sul bus, con destinazione albergo.
Sinceramente dopo il “crollo del mio mondo”, ho iniziato a pensare che fosse la solita “cazzata” che si diceva per “ridere”.
Ma poi presto , il “riso in pianto” , mi sono sentito spaesato, ho provato totalmente un senso di vuoto.
Le mie emozioni gelate, non riuscivo nemmeno a provare rabbia.
Ma la rabbia pero’ ha bussato alla mia porta nei giorni successivi, quando oramai il boccone amaro era totalmente digerito.

New York oramai annullata, che avete fatto di bello per “sbollir” l’amara delusione?
Francesco dice: E cosa mai avremmo potuto fare? I turisti naturalmente.
Ma la domenica a correre a Central Park eravamo tantissimi.
E’ stato davvero emozionante e li ho immaginato nuovamente, “io i miei battiti e le 47 mila persone a tenermi compagnia sul ponte”.

Fabio dice: Su consiglio del personale dell’agenzia ci siamo recati al polo fieristico, all’incrocio tra 9th Avenue e 38th Street a ritirare i pettorali; veramente difficile da digerire la cosa, anche se in un certo senso questo ci lasciava una piccola speranza, solo nelle nostre teste, che ci potesse essere un cambio di decisione e che ci fosse data la possibilità di correre la Maratona la domenica. Recuperati i pettorali e visitato in polo fieristico addobbato a megastrore della corsa arriva il momento migliore della giornata: Onion Rings, Hamburger e birra per risollevarsi il morale !! ... un toccasana da consigliare a chiunque in queste situazioni.
 Nei giorni successivi ci siamo concentrati nella visita della città ,per quanto concesso dalle conseguenze dell’uragano (in verità non cosi gravi per quanto riguarda Manhattan), tra l’altro usufruendo dei benefici dati dalla preparazione per la maratona e per fare un po di shopping. Per quanto riguarda la corsa proprio proprio da parte nostra non c’era alcuna voglia. Abbiamo messo le scarpette solo domenica per partecipare alla manifestazione spontanea che si è svolta nel fascinoso Central Park, che ha rimpiazzato la Maratona : migliaia di corridori di diverse nazionalità che correvano insieme in un clima festoso,  un evento nel quale tutti erano vincitori e soprattutto ha vinto lo sport.    

Domanda sicuramente a cui avrete risposto almeno un milione di volte.
Tornerete a “Correrla”?
Francesco dice: Dopo la “bidonata” Newyorkese , ma io direi a primo acchitto…
MA ANCHE NO!!!!,scherzi a parte, sono ancora un po’ deluso, quindi per ora la mia risposta è sicuramente un no!, ma mai dire mai nella vita!!!

Fabio dice:  Gia’, domanda scontata, a cui ho risposto almeno un milione di volte.
La delusione è purtroppo ancora troppo viva…
Posso solo dire: ‘No, thanks’.


Ringrazio Francesco (Cecco) e Fabio per il racconto, cambierei titolo all’intervista.
New York, la rabbia , il sogno infranto. Arrivederci?... Ma anche no!!!


                                                                                                            Francesca ,by Tegamigroup







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